Frattura da stress della tibia

MSKPatologiaPatologia muscoloscheletrica (MSK)

Descrizione

  • Microfrattura ossea risultante da sovraccarico meccanico ripetitivo che eccede la capacità di rimodellamento del tessuto osseo.

Eziopatogenesi

  • Carichi ripetitivi su osso sano (es. corridori, atleti, militari).
  • Alterazioni biomeccaniche (piede piatto, dismetria degli arti inferiori).
  • Deficit di mineralizzazione ossea (osteopenia, osteoporosi).
  • Inadeguato recupero muscolare e sovrallenamento.

Manifestazione clinica

  • Dolore localizzato alla tibia che si accentua con l'attività fisica e si riduce con il riposo.
  • Possibile tumefazione e dolorabilità alla palpazione locale.
  • Progressione del dolore anche a riposo nei casi avanzati.

Imaging

Radiologia tradizionale (RX)

  • Negativa nelle fasi iniziali.
  • In fase tardiva: linea di frattura sottile, periostite reattiva, callo osseo.

Ecografia

  • Non di prima scelta; può evidenziare ispessimento periostale e alterazioni dei tessuti molli adiacenti.

Tomografia Computerizzata (TC)

  • Alta sensibilità nella visualizzazione precoce di linee di frattura sottili.
  • Indicata nei casi dubbi o nella pianificazione chirurgica.

Risonanza Magnetica (RM)

  • Gold standard per diagnosi precoce.
  • Edema osseo in sequenze STIR e T2 fat-sat.
  • Visualizzazione diretta della linea di frattura ipointensa in T1.

Angiografia / Contrastografia

  • Non indicata nella diagnosi di fratture da stress.

Diagnosi Differenziale

  • Sindrome compartimentale cronica da sforzo.
  • Shin splints (periostite mediale tibiale).
  • Tumori ossei (osteoma osteoide, osteosarcoma).
  • Infezioni ossee (osteomielite subacuta).

Diagnostica di laboratorio

  • Dosaggio della vitamina D e markers del turnover osseo in caso di sospetta osteopenia.
  • Esami ematici per escludere patologie metaboliche o infettive associate.

Trattamento

Trattamento chirurgico

  • Raramente necessario; riservato a fratture instabili o non consolidate.
  • Opzioni: osteosintesi con viti o chiodi endomidollari.

Trattamento interventistico

  • Non standard; possibilità di utilizzo di tecniche di stimolazione ossea (ESWT, ultrasuoni pulsati a bassa intensità) nei ritardi di consolidazione.

Trattamento medico

  • Riposo assoluto dall'attività aggravante per 6-8 settimane.
  • Immobilizzazione funzionale con tutore se necessario.
  • Protocollo di riabilitazione progressiva sotto supervisione fisioterapica.

Bibliografia


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